Alice Martini Psicologa
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È ESTATE: CALDO E ATTACCHI DI ANSIA (O DI PANICO)

7/31/2023

 
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Finalmente è arrivata l’estate e questo vuol dire solo una cosa: CALDO. Belle le ferie, il bagno al mare e in piscina, l’abbronzatura, gli aperitivi con gli amici ma non è così per tutti.
L’arrivo del caldo, infatti, è una condizione che, come molti sanno, pesa notevolmente sulle persone che soffrono d’ansia e di attacchi di panico.
Naturalmente non è così per tutti, da una parte c’è chi con l’arrivo del caldo riferisce un peggioramento dei propri sintomi e chi, invece, della stagione estiva ne giova.
Oggi ci concentreremo sui primi, ovvero coloro che dal 21 di giugno pregano ogni giorno l’arrivo di ottobre.
Perché questo accade? Che cosa possiamo fare?

  1. PSICOEDUCAZIONE: come prima cosa dobbiamo capire cosa sta accadendo dentro di noi. È necessario quindi imparare a riconoscere i segnali provenienti dal nostro corpo interpretandoli nel modo corretto. Perché dico nel modo corretto? perché ciò che proviamo quando fa caldo è molto simile, spesso sovrapponibile, ai sintomi dell’ansia. Vediamoli insieme:
 
    CALDO  (riguardano chiunque, indipendentemente dal soffrire di ansia) 
  • Aumento della sudorazione
  • Difficoltà a respirare (respiro affannoso, fame d’aria, iperventilazione)
  • Tachicardia (come dopo una corsa o un caffè)
  • Giramenti di testa
  • Sensazione di svenimento/sbandamento
  • Debolezza
 
    ANSIA: 
  • Forte sudorazione, brividi o vampate di calore
  • Sensazione di soffocamento o di non riuscire a respirare bene
  • Tachicardia, aritmie, dolore/fastidio al petto
  • Vertigini o senso di instabilità, sensazione di sbandamento/svenimento
  • Sensazione d torpore/formicolio agli arti
 
Questi segnali, come potete notare, sono molto simili, nonostante la natura sia diversa, quello che cambia è l’interpretazione. Cosa significa? Chi non soffre di attacchi di ansia o di panico, può essere infastidito da quei segnali ma al massimo se ne lamenterà; chi soffre di attacchi d’ansia e di panico, invece, fatica a distinguere che cosa gli stia accadendo ma in particolar modo quale sia l’origine di quei segnali. La persona è allenata a interpretare quei determinati segnali come un imminente attacco d’ansia o di panico a cui segue una sensazione di pericolo e di paura che scatena l’ansia: non è il caldo a innescare l’ansia, bensì l’interpretazione errata che attribuiamo ai segnali corporei dovuti al caldo.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Che cosa possiamo fare? Resta valido come primo passo quello della psicoeducazione, quindi riconoscere quello che sta accadendo dentro di noi in modo da creare una nuova interpretazione di quei segnali:

  • Che temperatura c’è fuori?
  • Come reagisce il mio corpo di solito a queste temperature?
  • Che sensazioni generano in me questi segnali?

  2.   STRATEGIE: nonostante non si tratti di ansia, è utile mettere in atto quelle strategie che normalmente si utilizzano    con l’ansia, questo perché, in ogni caso, la persona entra in uno stato di agitazione, ad esempio:  
  • Distrarsi
  • Respirazione diaframmatica
  • Tecniche di rilassamento
  • Respirazione quadrata

  3. STRATEGIE PERSONALI CONTRO IL CALDO: quali sono le strategie che funzionano per me?  
  • Refrigerarsi
  • Idratarsi
  • Non uscire nelle ore più calde
  • Prediligere zone ombreggiate o con aria condizionata
  • ….
 
Riassumendo:

  1. PSICOEDUCAZIONE: “È solo caldo” l’ansia è solo conseguenza di un’errata interpretazione della situazione che si sta vivendo.
  2.  STRATEGIE: seppur i sintomi abbiano origini diverse, in quel momento ci si sentirà agitati, quindi, utilizzare tutte quelle strategie apprese per fronteggiare l’ansia.  
  3. STRATEGIE CONTRO IL CALDO: tutte quelle piccole strategie che di norma utilizziamo per combattere il caldo che funzionano per noi.
  4. SUPPORTO PSICOLOGICO: in ogni caso, se senti di averne bisogno, rivolgiti ad un professionista della salute mentale.

IL TUO TEMPO: E SE NON TI PIACE?

3/14/2023

 
Nello scorso articolo abbiamo visto come tutto funzioni secondo il nostro orologio e come paragonare in modo continuo e fine a stesso la nostra vita a quella degli altri possa trasformarsi in qualcosa di totalmente improduttivo generando sofferenza psicologica.
Tuttavia, anche nel momento in cui finalmente accettiamo che ognuno vive secondo il proprio ritmo, può succedere che non ci si senta pienamente soddisfatti del punto in cui ci si trova.
Alle pressioni interne, inoltre, si aggiungono le aspettative provenienti dal mondo esterno.
Prendiamo, ad esempio, il caso delle cene in famiglia durante le quali alcuni parenti non si risparmiano frasi come:

  • “E il/la fidanzatino/a?”
  • “Quando pensate di farci un nipotino?”
  • “Tua cugina si è già laureata, la prossima sarai tu?”
 
E potremmo andare avanti ancora molto.
Sicuramente la consapevolezza del “ognuno ha i suoi tempi” in parte può rassicurare ma dall’altra le continue pressioni interne ed esterne possono aumentare lo spaesamento e un vissuto di inadeguatezza. E allora potrebbero affiorare pensieri come:

  • “Sarò io sbagliata/o?”
  • “L’orologio biologico avanza, riuscirò ad avere figli?”
  • “Riuscirò a trovare l’uomo/donna dei miei sogni?”
  • “E se non riuscissi a laurearmi e a trovare lavoro?”
 
Cosa possiamo fare, quindi, quando non ci sentiamo al punto in cui “dovremmo essere”?
Innanzitutto, ricordandoti che non “devi essere” in nessun punto in quanto non esistono delle tappe obbligate da raggiungere, o per lo meno, non sono uguali per tutti. 
La vita è tua, e solo tu puoi decidere quelli che sono i tuoi obiettivi, quando e come raggiungerli e voler soddisfare a tutti i costi le aspettative altrui non potrà che farti allontanare da questi, generando frustrazione e insoddisfazione. 
Concludo questo breve articolo con un semplice esercizio. 
 
Ogni giorno prenditi qualche minuto di tempo per riflettere su questa domanda: 
“Se domani ti alzassi e scoprissi di essere un passo più vicino alla felicità, da cosa te ne accorgeresti?”
 
Diciamo sempre di voler essere felici ma capita raramente che ci soffermiamo su che cosa significhi per noi esserlo. Che cosa ti rende felice? Quali sono quelle cose per le quali ti accorgi di esserlo? 
La maggior parte delle persone, infatti si approccia alla vita con un atteggiamento passivo, come se da un giorno all’altro, all’improvviso, tutto potesse cambiare. Non è così, il nostro domani lo costruiamo oggi con le nostre scelte.
Questo semplice esercizio ha il fine di aiutarti ad iniziare a riflettere su quelli che sono davvero i tuoi obiettivi ma, soprattutto, a quali sono le scelte e i passi che puoi fare oggi per raggiungerli domani.
Chiediti quindi: “Che cosa posso fare per raggiungere il mio obiettivo?”, “Quali strumenti ho già che posso sfruttare?”, “Di quali altre risorse ho bisogno?”

IL TUO TEMPO.

2/28/2023

 
Chi non conosce “Alice nel paese delle meraviglie”? Realtà e fantasia si fondono alla perfezione tra sogni ad occhi aperti, gatti parlanti, cappelli stravaganti, ore del thè a dir poco sopra le righe e conigli ritardatari. Ecco, è proprio su questa figura che mi vorrei concentrare. 
Ad un certo punto della storia incontriamo il Bianconiglio: un piccolo coniglio bianco col panciotto e un grosso orologio ticchettante che esclama in fretta e furia “È tardi, è tardi”.
Il Bianconiglio in questo senso potrebbe rappresentare lo scorrere del tempo e il rapporto che noi abbiamo con esso.
Viviamo in una società sempre più frenetica, su questo non c’è dubbio. 

La nostra vita è scandita dal ticchettio di un orologio, proprio come quello del Bianconiglio: abbiamo fretta al supermercato, ci spazientiamo se ci troviamo in coda, facciamo acquisti con un click direttamente dallo smartphone, ordiniamo su Deliveroo, Glovo, Just Eat perché chi ha più tempo di cucinare. Corriamo in macchina, camminiamo frettolosamente per le strade per andare chissà dove senza badare a cosa e a chi troviamo per la via, siamo sempre di fretta. 
Ma in fretta per cosa? Per andare dove? 

E questa fretta la ritroviamo anche nelle aspettative che noi abbiamo su noi stessi, sugli altri, sul mondo: università, carriera, figli, matrimonio, e potrei andare avanti.
Il risultato di tutto questo è una perenne corsa contro il tempo e alla fine, a volte, finiamo per dimenticarci dove stavamo andando e cosa desideriamo davvero.
La sensazione che ne deriva è di essere sempre in ritardo: la nostra amica ha già avuto un bambino, quel vecchio compagno di università ha trovato lavoro prima di noi, magari ci arriva la partecipazione di nozze del nostro migliore amico oppure il nostro vecchio compagno di banco al liceo si è laureato con il massimo dei voti e noi, a quel traguardo, ci dobbiamo ancora arrivare.

È capitato a tutti di sentirsi in ritardo sulla tabella di marcia ed eccoti diventare immediatamente il Bianconiglio della situazione.
Questo succede perché molto spesso paragoniamo la nostra vita a quella degli altri. 
Non fraintendetemi, un po’ di sana competizione non ha mai fatto male a nessuno specie quando serve a spronarci a dare il meglio di noi. Un continuo confronto, fine a stesso però, potrebbe trasformarsi in qualcosa di totalmente improduttivo e generare sofferenza. 

In effetti tutto funziona secondo il nostro orologio: le persone possono vivere solo secondo il proprio ritmo.
A volte potrà sembrarti che le persone intorno a te siano più avanti oppure più indietro, però loro sono nel loro tempo e tu nel tuo.
Ricorda quindi di non avere fretta: non sei né in anticipo né in ritardo, sei semplicemente nel tuo tempo. 

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